Discepole del Vangelo

Commento di Charles al Vangelo di domenica 5 marzo – Mt 17,1-9

II domenica di Quaresima – anno A

Poiché la meditazione sul brano di Matteo è andata perduta, è stata scelta la meditazione fatta sul testo parallelo del vangelo di Luca.

«Questo è il mio Figlio beneamato: ascoltateLo».

Mio Dio, la Vostra bontà Vi spinge a farci del bene, a farci partecipare alle ricchezze della Vostra santità, e della Vostra gloria, a istruirci nel modo di amarVi, di piacerVi, di ottenere il cielo, Voi potevate farlo istruendoci ciascuno con la Vostra grazia, inviandoci dei profeti, degli angeli, facendoci istruire da una Chiesa infallibile… E Voi l’avete fatto, Voi lo fate… Questo avrebbe potuto bastarVi; ma questo non Vi è bastato… La Vostra carità divina ha voluto fare di più: Amore, Voi agite secondo la natura del Vostro essere, per amore, e le Vostre opere sono amorevoli fino alla fine, senza fine: «In finem dilexit eos[1]»… Il Vostro amore ha voluto fare più di tutto questo per noi, sebbene questo fosse già un beneficio immenso; e il  Vostro Cuore ha trovato, ha inventato di inviarci come precettore il Vostro Figlio Beneamato, cioè Voi stesso.

Ascoltiamolo… ObbediamoGli: ci parla con la Sua bocca; adempiamo i Suoi minimi pareri, i Suoi minimi consigli, conformiamoci con tutto il nostro cuore a tutte le Sue parole… ci parla con i Suoi esempi: conformiamoci con tutto il nostro cuore a tutti questi Suoi esempi che riguardano il genere di vita al quale ci chiama… Sottomettiamo i nostri desideri, le nostre mire di perfezione, al nostro direttore spirituale, non per limitarli, me per regolarli, non per imitare meno Nostro Signore, ma per meglio imitarLo. Questo per quattro ragioni principali:

1° La prima cosa nella quale dobbiamo imitare Nostro Signore è quella che ha fatto costantemente durante tutti gli istanti della Sua vita, cioè: obbedire a Suo Padre; ora, il solo mezzo certo per noi di fare la volontà di Dio, è di obbedire in tutto al direttore spirituale, del quale ha detto: «Chi vi ascolta, mi ascolta».

2° Le parole e gli esempi di Nostro Signore sono da noi conosciuti attraverso la Sacra Scrittura; ora, non dobbiamo interpretarla da noi stessi, senza il controllo di un delegato autentico della Chiesa, pena di sbagliarci molto: «Omnis interpretatio scripturae spiritu proprio non fit[2]».

3° Una volta conosciuto e interpretato il senso della Sacra Scrittura, secondo l’insegnamento della Santa Chiesa, bisogna sapere quali sono le parole e gli esempi di Nostro Signore che si applicano a noi personalmente, quali sono quelli che si applicano a noi pienamente, o solo parzialmente, o che non si applicano per niente a noi (per esempio: Dio non ordina a tutti di andare a «predicare», in tutta l’estensione della parola, sebbene tutti noi dobbiamo predicare con l’esempio e tutti quelli che parlano e agiscono devono predicare in un certo modo attraverso tutte le loro parole e tutte le loro azioni). 4° Avendo ben compreso l’insegnamento di Nostro Signore, e avendo conosciuto bene quello che vuole da noi in particolare, rimane da sapere come adempiere questa volontà di Dio, restano da conoscere i mezzi pratici per conformarci alle parole e agli esempi di Nostro Signore, come lo vuole da noi. Ciò si può conoscere con certezza solo consultando il direttore spirituale del quale ha detto: «chi vi ascolta, mi ascolta» e a lui obbedienti come a Dio stesso in nome del quale parla.


[1] «Li amò fino alla fine».

[2] «Nessuna interpretazione della Scrittura può essere fatta secondo il giudizio personale».

(Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo)