XVIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C
«Uomini, chi mi ha stabilito giudice o divisore tra voi… Guardatevi da ogni avarizia».
Come sei buono, mio Dio, a legarci così strettamente a Te, così completamente a Te solo separandoci così nettamente da tutto ciò che passa!… In quale pace ci seppellisci o piuttosto in quale ci fai vivere la vera vita, separandoci da ogni bene materiale, da ogni creatura!… Come sei buono a separarci da tutto ciò che non sei tu, affinché, assolutamente vuoti di tutto il creato, perfettamente poveri nella nostra anima, nel nostro spirito svuotati e spogliati da ogni attaccamento a ciò che non sei tu, possiamo essere perfettamente legati a te, pieni solo di te, ricchi senza misura possedendo te tanto quanto la nostra natura, aiutata dalla grazia, ne è capace.
Guardiamoci da ogni avarizia… Non leghiamoci a nessun bene materiale né per noi, né per gli altri… Perché tutto è niente, non ha alcun valore per noi, né alcun valore per gli altri; benché gli altri forse vi si leghino, noi che sappiamo che non è nulla e che non è per loro affatto un vantaggio ma piuttosto un pericolo, guardiamoci, guardiamoci dal legarci ad esso… Siamo distaccati da queste vanità tanto per gli altri quanto per noi, poiché questo distacco è verità… Le creature sono un vantaggio solo se contribuiscono a unirci a Dio; ora i beni materiali contribuiscono piuttosto a separarci da Lui e (anche se non sono un male in sé stessi) sono sempre un pericolo: «Quanto difficilmente i ricchi entreranno nel regno dei cieli![1]».[2]
[1] Cfr. Mt 19,23; Mc 10,23; Lc 18,24.
[2] M/357, su Lc 12,13-21, in C. de Foucauld, Cerco i miei amici tra i piccoli. Meditazioni sul Vangelo secondo Luca, Centro Ambrosiano, Milano 2024, 178-181..