Discepole del Vangelo

Commento di Charles al Vangelo di domenica 24 marzo – Gv 12,20-33

Domenica delle Palme – anno B

«Liberami da questo calice, tuttavia, non la mia volontà, ma la tua»…

Mio Signore Gesù, Tu che ami tanto soffrire per la gloria di tuo Padre, e per santificare gli uomini in vista di Lui, come dev’essere stato estremo il dolore per farti lanciare questo grido!… Perché hai tanto sofferto? Perché l’hai voluto. Perché l’hai voluto? Perché era la volontà di tuo Padre, la volontà divina. Perché era la volontà divina? Non era perché il peccato di Adamo fosse riscattato sovrabbondantemente, poiché uno solo dei tuoi atti, in quanto atto divino, sarebbe bastato mille volte; era per dimostrare agli uomini l’Amore infinito di Dio per loro… Per mostrare loro che è con molte tribolazioni che si guadagna il cielo… Per far veder loro l’orribile bassezza del peccato… Grazie! grazie! grazie!

Nella prova, nel dolore, nel pericolo, in ogni grave avvenimento, preghiamo!… Preghiamo come Gesù al Getsemani: come figli, con un abbandono completo, una familiarità perfetta, senza niente di studiato, «con poche parole», come ha insegnato; ma ripetendo le stesse; facciamo la nostra preghiera sia in 2 parti: la 1a che esprima il nostro bisogno, la 2a che dica «ma la tua volontà, non la mia» (è sempre così che devono terminare tutte le nostre preghiere), come ce ne dà qui l’esempio; sia in una sola parte, dicendo semplicemente «mio Dio, che la tua volontà si compia». Ci ha dato anche l’esempio di questa preghiera nel «Pater» che è interamente riassunto in queste poche parole… Questi due generi di preghiera sono ugualmente perfetti, poiché Dio ci dà l’esempio dei due: lo Spirito Santo, secondo le circostanze, ha ispirato sia l’una, sia l’altra a Gesù; facciamo come Gesù; lasciamoci andare nel dire indifferentemente sia l’una sia l’altra, secondo quanto lo Spirito Santo ci ispirerà; non attacchiamoci di più né alla preghiera di abbandono [acquiescement] preceduta da domande, né alla preghiera di abbandono senza domande; amiamo ugualmente l’una e l’altra, poiché tutte e due sono divine e facciamo indifferentemente l’una o l’altra, secondo ciò che lo Spirito Santo ci ispira nel momento presente.

Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo.