Discepole del Vangelo

Commento di Charles al Vangelo di domenica 24 agosto – Lc 13,22-30

XXI Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

«Entrate per la porta stretta»…

Qual è questa porta? Sei tu, mio Dio, perché altrove dici: «Io sono la porta»[1]… Sì, mio Dio, sei tu, perché quando si entra attraverso di te, si entra per la migliore delle porte… E quando non si entra attraverso di te, si resta fuori. Tu, dunque, sei la porta! Perché dici che sei una porta stretta? Ci indichi che bisogna passare per la strettezza della porta e non a lato, che bisogna passare assolutamente di là e non altrove: non è così stretta che non ci si possa passare con facilità, ma intendi dirci che bisogna necessariamente entrare nei limiti di questo passaggio; è come se ci fosse: «Passate per la strettezza della porta… passate nel passaggio della porta… passate entro i limiti della porta». Come sei buono, mio Dio, come sei divinamente buono! Tu non ci doni altro mezzo per salvarci se non passare attraverso di te, cioè: attraverso il tuo amore e la tua obbedienza (che è contenuta nel tuo amore)… Com’è dolce!… Ci ordini di amarti, quale soave comandamento! Darci l’ordine, con la minaccia di non poterci salvare, quale sovrappiù di soavità! Come sei buono! Come siamo felici!

Entriamo per l’unica porta che è Gesù, entriamo attraverso Gesù, amando Gesù, e vivendo solo per il suo amore, vivendo solo nella sua contemplazione, nella sua imitazione, nella sua obbedienza, occupandoci solo di amarlo e di praticare le opere che chiede il suo amore. [2]


[1] Gv 10,7.

[2] M/371, su Lc 13,18-30, in C. de Foucauld, Cerco i miei amici tra i piccoli. Meditazioni sul Vangelo secondo Luca, Centro Ambrosiano, Milano 2024, 209-210