Discepole del Vangelo

Commento di Charles al Vangelo della solennità della Santissima Madre di Dio – Lc 2,16-21

1° gennaio

Adorazione dei pastori.

Gesù stesso si scelse i suoi adoratori… «Nessuno viene a me se il Padre mio non lo trae»… Trae a Sé con la voce degli angeli i pastori che vuole vedere per primi attorno a Sé dopo Maria e Giuseppe… Come genitori, ha scelto due poveri operai, come primi adoratori sceglie dei poveri pastori… Sempre la stessa abiezione, sempre lo stesso amore della povertà e dei poveri… Gesù non respinge i ricchi, è morto per loro, li chiama tutti, li ama, ma rifiuta di condividere le loro ricchezze e chiama i poveri per primi… Come sei divinamente buono, mio Dio!… Se avesti chiamato per prima cosa i ricchi, i poveri non avrebbero osato avvicinarsi a Te, si sarebbero creduti obbligati a rimanere in disparte a causa della loro povertà, Ti avrebbero guardato da lontano, lasciando che i ricchi Ti circondassero. Ma chiamando i pastori per primi, hai chiamato a Te tutti, tutti: i poveri, poiché mostri loro così, fino alla fine dei secoli, che sono i primi chiamati, i favoriti, i privilegiati; i ricchi, poiché da una parte non sono timidi, dall’altra dipende da loro diventare poveri come i pastori: in un minuto, se vogliono; se hanno il desiderio di essere simili a Te, se temono che le loro ricchezze li allontanino da Te, possono diventare perfettamente poveri… Come sei buono! Come hai preso il buon mezzo per chiamare tutt’ad un tratto attorno a Te tutti i Tuoi figli, senza alcuna eccezione! E quale balsamo hai messo fino alla fine dei secoli nel cuore dei poveri, dei piccoli, dei disprezzati del mondo, mostrando loro dalla tua nascita che sono i Tuoi privilegiati, i Tuoi favoriti, i primi chiamati; quelli sempre chiamati attorno a Te che hai voluto essere uno di loro ed essere dalla tua culla e tutta la tua vita circondato da loro. Non disprezziamo i poveri, i piccoli, gli operai; non soltanto sono nostri fratelli in Dio, ma sono quelli che imitano più perfettamente Gesù nella Sua vita esteriore: ci rappresentano perfettamente Gesù, l’Operaio di Nazareth… Sono i primogeniti tra gli eletti, i primi chiamati alla culla del Salvatore… Furono la compagnia abituale di Gesù, dalla Sua nascita alla Sua morte; a loro appartenevano sia Maria e Giuseppe sia gli apostoli sia questi benedetti pastori… Ben lungi dal disprezzarli, onoriamoli, onoriamo in loro le immagini di Gesù e dei Suoi santi genitori… Anziché disprezzarli, ammiriamoli, invidiamoli… E la nostra ammirazione e la nostra invidia siano fruttuose e ci portino a imitarli… Imitiamoli, e poiché vediamo che la loro condizione è la migliore, quella che ha scelto Gesù per Se stesso, per i Suoi, quella che ha chiamato per prima attorno alla sua culla, quella che ha mostrato con i suoi atti e le sue parole, essere la sua condizione favorita, privilegiata, abbracciamola… Lasciamo tutte le altre poiché Gesù le ha lasciate; prendiamo per noi quella che Egli ha preso per Sé, per i Suoi genitori… Poiché Egli non ci ha chiamato all’apostolato, siamo poveri operai come Lui, come Maria, Giuseppe, gli apostoli, i pastori… E se mai ci chiama all’apostolato, restiamo in questa vita così poveri come Lui stesso vi è rimasto, così povero come vi è rimasto un San Paolo «Suo fedele imitatore»… Non cessiamo mai di essere in tutto dei poveri, dei fratelli dei poveri, dei compagni dei poveri, siamo i più poveri dei poveri come Gesù, e come Lui amiamo i poveri e circondiamoci di loro. O divino povero, divino operaio, fammi sprofondare sempre di più e fino in fondo in questa povertà e in questa condizione di operaio nella quale Ti sei degnato di mettermi nella tua infinita bontà! Amen

(Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo)