Discepole del Vangelo

Giovani in ascolto della Parola – IV domenica di Quaresima

domenica 19 marzo 2023 – commento di Nicole

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 4,5-42)

In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita; sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”.
Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!».
Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

Commento di Nicole

Il Vangelo di questa domenica ci presenta l’incontro tra Gesù e un mendicante, cieco dalla nascita, che non ha luce e la ritroverà dopo essersi bagnato nella piscina di Siloe.
Gesù incontra quest’uomo e in un modo particolare si prende cura di lui. Sarà curato mediante il fango che toccherà o meglio, consacrerà, la sua parte malata, cioè gli occhi; Gesù lo invita a prendere in mano tutta la sua vita, muovendosi nel buio ma seguendo l’unica luce da cui può essere guidato: la luce di Cristo. Il cieco si fida pur non conoscendo la persona di Gesù se non solamente per nome e questo ci fa capire come l’uomo, al buio, ha riposto fiducia (fede) in Lui; siamo in grado di fidarci ciecamente di una persona mai vista prima, come il cieco ha fatto con Gesù?
Il Vangelo poi si sofferma su un lungo dialogo che coinvolge i farisei, custodi di un certo modo di intendere il rapporto con Dio, e i genitori di questo mendicante. La domanda di fondo è: “di chi è colpa se quest’uomo è cieco?”. È la domanda comune al tempo di Gesù: si credeva infatti che la malattia fosse la conseguenza di un peccato personale o nella famiglia. Sembra di risentire tanti nostri “perché” quando la vita ci pone di fronte situazioni e cose non volute o inaspettate: “perché mi capita questo?”
Gesù però va oltre. Non indugia in questa domanda, ci fa capire anzi che è la domanda sbagliata. Non esiste una risposta a questa domanda, ma esiste uno sguardo nuovo che la presenza di Gesù ci dona: come guardare in modo nuovo alla vita, alla realtà che mi circonda, al peccato? Gesù, con la nostra fede, è la luce nelle tenebre, è la speranza nel limite, è la salvezza dal peccato e dalla morte.
E tu ci credi ad un Gesù così? Gesù non è solo un grande uomo del passato con delle belle idee… è il Salvatore, è la luce di cui fidarci per non restare ciechi!
Nicole, 21 anni